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Manipolazione dei mercati Coppola rinviato a giudizio

Danilo Coppola, l'immobiliarista romano accusato per un falso comunicato emesso nel 2005

Danilo Coppola, l’immobiliarista romano accusato per un falso comunicato emesso nel 2005

Danilo Coppola, l’avvocato e commercialista Domenico Ciccaglione e Francesco Bellocchi, ex cognato di Stefano Ricucci ed ex direttore finanziario del gruppo Coppola saranno processati a Torino per manipolazione dei mercati il 16 settembre prossimo. 

Il giudice Roberto Ruscello ha infatti accolto la richiesta dei pm Giancarlo Avenati Bassi e Marco Gianoglio rinviando a giudizio l’immobiliarista e i suoi due stretti collaboratori per la nota vicenda Ipi. Rigettata invece l’eccezione per competenza territoriale presentata dagli avvocati della difesa Gaetano Pecorella, Giuseppe Lucibello, Grazia Volo, Leo Mercurio e Nicola Pisani che avevano tentato di portare l’inchiesta a Milano, sede della Borsa. 

Al centro della tesi accusatoria il comunicato del 29 dicembre 2005 con il quale Coppola aveva informato il mercato di essersi liberato di 122 milioni di oneri per un leasing contratto con la banca Italease. Grazie a quell’operazione Coppola aveva potuto presentare un bilancio “imbellettato” che aveva fatto schizzare le sue azioni verso l’alto (+30%). Peccato che, secondo quanto scoperto dalla procura di Torino, quell’operazione non poteva essere così descritta: quei 122 milioni sarebbero infatti stati ceduti a una serie di società che poi, in un modo o nell’altro, erano comunque riconducibili a Coppola. 

L’operazione aveva avuto inizio con l’acquisto, da parte dell’immobiliarista romano, di 12 edifici dell’ex Enel dall’imprenditore torinese Luigi Zunino per 293 milioni di euro. Tre di questi erano stati ceduti, poche ore dopo, a Banca Italease (controllata dalla Popolare di Lodi di Fiorani) con una plusvalenza di 23,4 milioni di euro. In cambio Coppola aveva acceso con Italease un contratto quindicennale di leasing. Come eliminare i pesanti oneri del leasing? Qui sarebbe intervenuto il meccanismo scoperto dalla procura. 

A fine dicembre i tre immobili erano stati ceduti a tre società di diritto lussemburghese con sede alle Bahamas (Como, Firenze e Palermo) appartenenti al fondo di investimenti Renar costituito dalla banca svizzera Arner. Secondo le indagini dei pm quel fondo aveva un unico sottoscrittore: Tikal Plaza di Coppola. L’immobiliarista, in pratica, si sarebbe venduto da solo i costi del leasing facendoli sparire dai suoi bilanci. Il comunicato emesso a fine dicembre informava della cessione ma dichiarava altresì esplicitamente che quest’ultima era avvenuta tra società diverse «non correlate tra loro». 

Per riuscire a compiere l’operazione Coppola avrebbe beneficiato di importanti apporti finanziari a Torino che foraggiavano la sua Ipi. Proprio per questo anche il gruppo immobiliare rispondeva per responsabilità amministrativa. L’avvocato Giuseppe Zanalda, difensore della società, ha chiesto e ottenuto che la sua assistita uscisse dal procedimento con un patteggiamento a 103.200 euro. Accordo accettato dal giudice con il parere positivo della procura di Torino.

di Raphael Zanotti

Fonte: La Stampa

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